Giovedì 11 luglio si parte! L’auto di Mauro è al completo: chi guida, chi prova a dormire, chi chiacchiera, chi fa da navigatrice conducendoci in luoghi affascinanti ma non esattamente corrispondenti a quelli verso i quali eravamo destinati (Giulia sei mitica!) Scherzi a parte, siamo diretti ad Acqui Terme, presso gli uffici di Via Togliatti della cooperativa CrescereInsieme (sì, il nome è identico a quello della nostra cooperativa ma si scrive tutto attaccato). Veniamo accolti da Giorgio, Alessandra e poco dopo anche da Giovanna e Serena. Mauro e Martina rimangono con Alessandra, mentre Fiammetta e Giulia iniziano un tour di alcuni servizi educativi.
E qui ecco la prima meraviglia: visitiamo il centro diurno socio-terapeutico riabilitativo educativo Aliante. Rimaniamo colpite innanzitutto dall’impatto estetico del luogo, in cui i colori assumono una funzione educativa e terapeutica: ogni stanza ha un colore diverso in base al tipo di attività che vi si svolge e alle stimolazioni sensoriali e alle emozioni che si intende sollecitare. Anche le porte hanno differenti colori, collegati alla funzione della stanza: stanze di servizio, ufficio, stanze per attività specifiche, laboratori, servizi igienici. Dietro questi colori c’è un pensiero e uno studio approfondito, volto a creare spazi confortevoli e adeguati per la tipologia di utenza. Mentre visitiamo le varie stanze – il centro diurno si estende su una superficie di 400 metri quadrati-, Giovanna ci illustra i tanti progetti a cui partecipano (il teatro, le AcquiOlimpiadi): l’obiettivo è quello di andare oltre il centro diurno, di garantire una presenza dinamica sul territorio. Entriamo infine nella stanza dedicata a una attività chiamata Snoozeland, un ambiente multisensoriale fatto di suoni rilassanti, aromi accattivanti, esperienze tattili, massaggi e vibrazioni, sensazioni vibrosoniche e movimenti delicati, effetti di luce e comode sedute che consentono di autoregolarsi scegliendo le sensazioni. L’ambiente offre opportunità di interazione e coinvolgimento per gli utenti del centro diurno in un ambiente adatto e sicuro in cui gli operatori – adeguatamente formati per questo tipo di attività – possono svolgere valutazioni e interventi.
Ringraziamo e salutiamo Giovanna, e insieme a Serena ci spostiamo verso la seconda meraviglia: la Comunità Terapeutica Minori La Passeggiata, una struttura immersa nel verde, gestita da MagodiOz – spin off di CrescereInsieme – finalizzata alla presa in carico terapeutica di minori in età compresa fra i 15 ed i 18 anni con problematiche psichiatriche, per un massimo di 10 presenze. La comunità accoglie solo ospiti maschi. Serena ci spiega che la struttura è prevalentemente indirizzata a pazienti per i quali sia necessario un allontanamento dall’ambiente di provenienza per favorire il ripristino delle condizioni indispensabili alla crescita individuale. Facciamo anche qui un giro della struttura, vediamo gli ambienti comuni e ci mostrano il sistema di telecamere di videosorveglianza, necessarie per ottemperare a quanto prevede la D.G.R. Viene sottolineata l’importante presenza delle figure attinenti alla parte clinica, che quotidianamente è presente in struttura.
I ragazzi e le educatrici si stanno preparando al pranzo; noi li salutiamo per dirigerci alla volta della Comunità Al Centro: una struttura completamente nuova, realizzata da un paio di anni, grazie anche al sostegno di Intesa Sanpaolo. Al Centro è una comunità alloggio socio-riabilitativa a valenza terapeutica, che può accogliere fino a 10 giovani con problematiche sociali, relazionali e psichiatriche tra i 17 e 23 anni di età. Rientra in un progetto sperimentale della Regione Piemonte per accompagnare al benessere e all’autonomia neomaggiorenni con problematiche complesse. Anche in questo caso visitiamo i locali della struttura, conosciamo la coordinatrice e, qua e là, incrociamo alcuni dei ragazzi ospitati, che ci salutano, alcuni in modo molto caloroso, altri con fare più distaccato. Un ragazzo ci chiede se può venire a Torino con noi… Anche solo nel breve tempo della visita, traspare il profondo disagio, la disaffezione, la demotivazione di questi ragazzi che sono faticosamente alla ricerca di una nuova strada, di un nuovo cammino da percorrere dopo vissuti molto difficili.
Sempre più accaldate, insieme a Serena ritorniamo negli uffici di Via Togliatti. Alessandra ci offre una succulenta focaccia e, mentre la mangiamo, scambiamo ancora alcune battute con lei prima di salutarci, ringraziando nuovamente per l’accoglienza e per il tempo che ci hanno dedicato.
Cosa portiamo a casa da questa intensa mattinata? In poche ore abbiamo apprezzato la qualità dei servizi offerti, che ci offrono alcuni spunti di possibili attività potenzialmente sperimentabili anche nei nostri servizi. Abbiamo percepito la tensione costruttiva di chi vuole fortemente costruire servizi di qualità, strettamente legata alla motivazione degli operatori delle strutture, per quanto anche loro abbiano evidenziato le difficoltà del quotidiano. In particolare, mentre visitavamo la comunità terapeutica, abbiamo riflettuto su come, nell’attuale panorama, la comunità educativa non terapeutica risulti essere forse la tipologia di servizio più difficile, in quanto ultimamente l’utenza è sempre più complessa e necessita di un intervento clinico che però non è previsto nella comunità educativa “semplice”, che semplice non è per nulla. Dalle parole di Serena, è inoltre emersa una presenza costante, con passaggi settimanali nelle diverse strutture, delle figure responsabili, che svolgono quindi un prezioso lavoro di raccordo con i coordinatori dei singoli servizi, permettendo l’accoglimento di eventuali criticità e un supporto operativo nella gestione delle questioni più complesse. Questo implica sicuramente un assetto organizzativo impegnativo, che tuttavia può risultare fruttuoso nel lungo periodo.
Fiammetta Gasco, educatrice professionale